Succede anche nelle migliori famiglie: Luigi Campisi, lo storico e amatissimo Giuan, lascia la compagnia dopo quarant'anni. Forse per godersi la pensione? Ma qualcosa non torna…
1973: arriva il Giuan. Non è nemmeno maggiorenne Luigi Campisi, quando entra nella compagnia teatrale dei Legnanesi nel ruolo del Giuan, il marito bistrattato e rubicondo della sciura Teresa Colombo e padre della svampita Mabilia, zitella dall’età indefinibile con perenni velleità da soubrette.
Accanto a lui sul palco ci sono i grandi Felice Musazzi e Toni Barlocco, padri fondatori di una delle compagnie teatrali dialettali più amate e seguite in Italia, poi sostituiti rispettivamente da Antonio Provasio ed Enrico Dalceri, tuttora in scena. Maschere semplici, comuni, legate alla vita di tutti i giorni e ricche, ricchissime di tradizione.
Per Campisi trentanove anni di teatro, eccezion fatta per alcuni di stop (quando la compagnia si scioglie per problemi di branding, per poi riunificarsi nel 2004), con una media di centoquaranta spettacoli all’anno.
I conti son presto fatti: quasi 5.500 repliche, milioni di spettatori, molti dei quali aficionados, generazioni che si sono avvicendate a teatro, con ora i nipoti trentenni diventati fan più sfegatati dei nonni e i nonni che comprano i biglietti mesi prima pur di sedersi tra le prime file, custodendo i preziosi tagliandi nel posto più segreto della casa, nemmeno fossero assegni in bianco.
I nonni, però, forse ancora non sanno quello che ormai sanno tutti: che il Giuan di Campisi quest’anno non ci sarà più a farli ridere con la sua balbuzie, con i baci estorti alla Teresa e con la camminata sbilenca.
C’eravamo tanto amati…
Il matrimonio tra la Teresa e il Giovanni, in scena fatto di bisticci e riappacificazioni, è dunque giunto al capolinea. Ma è davvero finito l’amore? Pare proprio di sì.
In verità, all’occhio più fino da tempo non era sfuggito qualche segnale di rottura. Di fatto, da un paio d’anni Campisi ha iniziato a comparire sempre meno nelle occasioni pubbliche, nelle conferenze stampa e nei social ufficiali.Dalla scorsa estate ha poi iniziato a serpeggiare la notizia che Campisi non avrebbe preso parte alla nuova stagione teatrale.
Social, ma non troppo
Le voci iniziano a farsi pressanti quando escono i manifesti del nuovo spettacolo “Non ci resta che ridere”: in foto ci sono solo Provasio e Dalceri.
Il tam tam prende vita e si anima sui social ufficiali dei Legnanesi, ma qui viene il bello: ogni richiesta di informazione sul destino di Campisi, viene regolarmente cancellata nel giro di qualche minuto.
Il social media manager più veloce del West, però, non si rende conto che i fan sono tanti e, fedeli alle storie che amano tanto - le beghe di cortile – pronti e via fanno gli screenshot dei migliaia di commenti scomparsi e se li passano sottobanco in altri gruppi e in chat Whatsapp, commentandoli nei caffè della provincia, dove ormai la faccenda tiene banco più degli intrighi di Montecitorio.
E la Teresa?
Molti iniziano quindi a chiedere lumi anche sul profilo privato di Provasio, che parallelamente sta portando avanti una discreta carriera da solista coadiuvato dalla bella moglie Mitia, sposata in seconde nozze tre anni fa, suo braccio destro e musa ispiratrice nonché nuova co-autrice dei testi degli spettacoli.
“Ma l’annuncione? Siamo a ottobre”, scrive un fan qualche giorno fa.
“Quanti giorni ha ottobre? 31 no? Non siamo neanche alla metà!”, risponde infastidito Provasio, mettendoci nome e cognome. Un’aria non proprio serena, a quanto pare, ma comprensibile quando si tratta di una separazione.
Il comunicato stampa
Proprio oggi, l’Ufficio Stampa dei Legnanesi ha diramato questo comunicato, sgombrando finalmente il campo da voci che si rincorrevano da troppo tempo:
“Dalla prossima stagione teatrale, “il Giovanni Colombo” avrà un altro volto, ma i baffi e il cappello continueranno ad essere segni distintivi di un personaggio amatissimo, con le sue contraddizioni e la sua profonda autenticità. Antonio Provasio ed Enrico Dalceri, a nome di tutta la compagnia, si fanno portavoce di un ringraziamento che racchiude oltre 40 anni di storia de I Legnanesi e di un messaggio rassicurante per tutti gli spettatori: “Salutiamo con profonda stima Luigi Campisi, che ha costruito una parte importantissima della storia de I Legnanesi con innegabile talento. Siamo al lavoro per continuare a portare in scena le divertentissime dinamiche familiari dei Colombo con un nuovo interprete del personaggio del Giuàn, che avremo modo di presentarvi presto in occasione del debutto del nuovo spettacolo per la stagione 2019/2020”.
Insomma, è ufficiale: Campisi non sarà più in scena. Se le voci parlano di pensionamento, il comunicato però non lo dice apertamente. Campisi, raggiunto al telefono, non conferma e non smentisce, ma si riserva di rilasciarci un’intervista a fine ottobre.
Per ora, sicuramente una grossa perdita che innesca un fattore non da poco, con le prevendite aperte da diversi mesi e una larga fetta del pubblico che, anche a detta del comunicato, scoprirà il nuovo Giovanni una volta seduta in platea.
Una storia professionale lunghissima e proficua, che si interrompe all’apice della carriera per Campisi, che negli ultimi anni ha visto crescere in modo esponenziale il suo ruolo e di conseguenza l’amore del pubblico, sempre più affezionato al Giuan (Qui la nostra intervista dello scorso anno).
Panta rei
Posto che nulla è per sempre, che tutto scorre, finisce o quantomeno si trasforma, il divorzio mette la compagnia sotto la lente di un pubblico tradizionalista che ama volti tradizionali e che, se deluso, difficilmente perdonerà. La decisione si colloca poi in un periodo particolarmente difficile per i Legnanesi, già orfani di un altro personaggio storico molto amato, la Pinetta interpretata da Alberto Destrieri, deceduto qualche mese fa.
E il nuovo Giovanni?
Non sappiamo ancora nulla di lui, ma chiunque esso sia, un sincero in bocca al lupo: la Teresa non è una tipa facile di suo… figurarsi a sposarla in seconde nozze!
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